Mi sono stancato di sentir parlare di “Design for all”, quell’etichetta terminologica ab/usata da chi tratta tematiche relative all’accessibilità e all’usabilità; il termine “Design for all” inizia ad apparire frequentemente sui testi specialistici, nei convegni attinenti alla pubblica istruzione e al patrimonio culturale. Si tratta di un termine dal fascino anglosassone che anch’io ho frequentemente utilizzato ma, solo oggi, con grave ritardo, mi rendo conto come questa etichetta terminologica sia superficiale e contraddittoria.
Mi riferisco soprattutto, ma non solo, alla scuola pubblica; gli istituti specializzati per ragazzi non vedenti, ad esempio, sono stati chiusi da decenni, sbandierando il vessillo politico dell’integrazione e dell’eguaglianza fra i ragazzi. Questi istituti fornivano personale specializzato, sussidi didattici adeguati e la possibilità di confrontarsi continuamente con altri ragazzi affetti dalla stessa minorazione visiva, ma comportavano lo sradicamento del ragazzo non vedente o ipovedente dall'ambiente sociale in cui era nato e la pressoché totale assenza di confronto con i coetanei normovedenti.
Dal 1976 i bambini non vedenti ed ipovedenti sono stati inseriti nelle “scuole comuni”, si sono così ritrovati scaraventati in aule cosiddette “normali” dove possono convivere forme di disabilità diversissime fra di loro.
Un compito non facile ha coinvolto: insegnanti, famiglie, associazioni, architetti… spesso con un’ottica troppo monografica, priva di vere linee guida.
Ciò a cui abbiamo assistito è la naturale evoluzione che passa da Louis Braille alla consapevolezza della disabilità fisica dovuta allo scempio della prima guerra mondiale. Il tema dell’invalidità e delle disabilità acquista nel primo dopoguerra rilevanza sociale e di conseguenza economica, politica e culturale.
Mi chiedo: è possibile che lo studente non vedente abbia le stesse necessità dello studente affetto da sordità? Per non parlare delle eterogenee problematiche fatte rientrare nell'ambito dell'amplissimo spettro autistico, problematica che coinvolge migliaia di famiglie e che non ha niente a che fare con le cinematografiche sindromi di Asperger. Per rispondere alle esigenze della singola disabilità ci vogliono competenze specifiche e mezzi specifici. Gli insegnanti, mi chiedo, ricevono le attività formative di aggiornamento professionale e gli strumenti necessari?
Continuo a farmi domande: l’insegnante di sostegno deve quindi essere un tuttologo, con un bagaglio di risorse metodologiche e strumentali/digitali pressoché infinite? La scuola fornisce le adeguate strumentazioni digitali all’insegnante di sostegno, specifiche per quella determinata disabilità?
Ogni intervento serio, di vero sostegno ai ragazzi e alle famiglie, deve tenere conto della specificità e dell’unicità della Persona. Per rispondere alle esigenze della singola disabilità ci vogliono competenze specifiche e risorse specifiche; ci sono?
Ho la sensazione che il mondo della progettazione digitale stia facendo gli stessi errori; qual è la figura specializzata nell’accessibilità informatica? Stiamo anche noi informatici cercando un tuttologo? Chi si occupa di deficit visivo e di ipovisione effettua ‘Scenari di envisioning’ prima di rilasciare una web application o un software per la didattica? Avete mai navigato i cosiddetti siti accessibili “a norma” di alcune province, comuni, università pubbliche?
Se di "Design for all" si vorrà continuare a parlare dovremo trovare un modo di concepire il digitale affrontando la progettazione e la comunicazione calandola sulle diversità, NON sulla globalità e sull’omologazione; di quello che doveva essere il nuovo umanesimo digitale facciamone il vessillo dell’inclusione sociale e quindi culturale e economica delle nuove generazioni.
La nostra generazione ne sarà capace?
Sarà capace di preparare questo terreno ai nostri figli? L’evolversi delle pratiche sull’accessibilità e sull’usabilità in ambito digitale hanno bisogno di investimenti in infrastrutture e device di ultima generazione; ma la realtà stride con queste mie ridicole affermazioni: strutture fatiscenti, degradate e non a norma che i vigili del fuoco dovrebbero dichiarare inagibili, aule pollaio che le ASL dovrebbero chiudere, carenze croniche di impianti ed attrezzature, mancanza di aule speciali, laboratori, ausili tecnologici, informatizzazione, carta igienica, mancanza di impianti ed attrezzature sportive, gravi carenze igienico-sanitarie, non esistenza di mense, assenza di servizi e vera accessibilità delle strutture.
Possiamo, dopo queste premesse, avere una visione minimamente applicabile di ‘Design for all’? Ogni tentativo produrrà, nei migliori dei casi, la frustrazione di tutti gli attori in campo: famiglie, docenti, insegnanti di sostegno…e, dei nostri figli!
Solo oggi, con gravissimo ritardo, mi rendo conto che parlare di “Design for all” sia, oltre che superficiale e contraddittorio, ridicolo.
Conoscenza digitale in ambito storico-artistico
èStoria Festival e Borsa Europea del Turismo e della Grande Guerra (Gorizia, 22-24 maggio 2015)
èStoria - Festival Internazionale della Storia dal titolo "Giovani"
è un’occasione unica di incontro, scambio
e formazione per gli studenti. Nel corso del fine settimana del 22-24
maggio 2015, i partecipanti potranno accedere a tutti gli eventi
(convegni, workshop, seminari, mostre) del programma di èStoria (www.estoria.it),
incontrare
intellettuali, giornalisti e storici, partecipare infine alle visite
guidate lungo gli itinerari storici della Grande Guerra e delle città di
Gorizia e Trieste.
"Giovani" è il titolo scelto per l'undicesima edizione del
Festival e verrà analizzato nell'attualità, con particolare riferimento
alle sfide e prospettive future dal punto di vista sociologico,
antropologico, scolastico e politico e nel mito della gioventù
attraverso la letteratura, le arti figurative, il cinema, la musica e
il teatro.
Informazioni sul bando le potete trovare anche sul sito della manifestazione www.turismograndeguerra.it
Beni culturali e nuove tecnologie
Farà parte dell’allestimento museale della Galleria degli Uffizi una
formella tattile del dipinto “Pala di Santa Lucia de’Magnoli” (Domenico
Veneziano, 1445), ideata e sviluppata dal gruppo di ricerca di Monica
Carfagni, ordinario di Disegno e Metodi dell'Ingegneria Industriale,
presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale Unifi, e finanziata
dall’associazione Rotary. La ricostruzione sarà inaugurata lunedì 27
aprile alle ore 12.30 presso la Galleria. (piazzale degli Uffizi, 6 –
ore 12.30)
La realizzazione della formella si colloca nell’ambito del progetto T-VedO (Ricostruzione Tridimensionale per non Vedenti di Opere d’arte pittoriche), il progetto della Regione Toscana che si propone di rendere accessibile la fruizione di un’opera d’arte da parte di persone affette da disturbi alla vista attraverso un sistema in grado di trasformare degli oggetti bidimensionali – come un dipinto – in modelli 3D sia virtuali che fisici.
La formella tattile della “Pala di Santa Lucia de’Magnoli” non è il primo risultato di T-VedO.
Segue infatti la riproduzione di bassorilievi tattili di due grandi opere del Rinascimento fiorentino (“L’Annunciazione” del Beato Angelico, attualmente esposto al Museo San Marco, e la “Guarigione dello Storpio e Resurrezione di Tabita” di Masolino da Panicale), di alcune formelle tattili presso Villa La Quiete e la realizzazione del Rosso Di Montelupo, una delle principali opere nell’ambito del percorso sensoriale previsto dal nuovo allestimento del Museo della Ceramica di Montelupo.
A Monica Carfagni abbiamo chiesto di illustrare i passaggi del procedimento che consentono la ricostruzione tridimensionale di un’opera pittorica come la “Pala di Santa Lucia de’Magnoli”?
Il primo passo consiste nell’acquisizione di un’immagine digitale dell’opera pittorica in alta definizione. L’immagine viene corretta dai possibili errori dovuti alla distorsione ottica e dai difetti di aberrazione cromatica e segmentata nelle varie aree di interesse. In particolare, attraverso alcune operazioni di digital imaging, vengono marcate le parti più rilevanti, per le successive fasi di ricostruzione, come le figure umane, ma anche, ad esempio, le varie parti delle vesti che differiscono fra loro per il colore. Questa fase preliminare, per via della complessità generale del tratto e del colore nel disegno a mano libera, è l’unica completamente manuale.
Poi cosa succede?
Sfruttando le informazioni relative alla prospettiva dell’opera, si realizza la prima versione tridimensionale della scena. Si ricavano le linee di fuga da particolari architettonici e, dalla loro intersezione, viene ricavata la posizione del punto di fuga.
Questa prima ricostruzione permette di collocare i soggetti e oggetti nella scena tramite la definizione dei piani (frontali, laterali etc.) sui quali questi sono collocati. Il modello ricavato costituisce la base per il bassorilievo ed è fondamentale per rendere al tatto l’idea della profondità e della sovrapposizione dei soggetti e oggetti raffigurati: le figure in primo piano risulteranno disposte su un livello più avanzato rispetto alle figure retrostanti. Questo passaggio permette di realizzare un modello 2.5D, detto a sagome piatte, realizzato in modo da ricalcare in vista frontale l’immagine del dipinto.
Dal modello 2.5D come si arriva alla ricostruzione 3D?
In questo stadio si ha una approssimazione di tutte quelle parti della scena non rappresentabili tramite piani, come i volti e le vesti. La geometria di questi elementi necessita perciò di essere sviluppata ulteriormente attraverso tre metodologie complementari. Dopo aver proceduto a un’ulteriore operazione di digital imaging, che permette di ricavare la luminosità dei vari soggetti della scena, viene ricostruito il modello che approssima il volume, utilizzando la tecnica image inflating: una volta fissato il contorno della figura, il volume viene ricavato “gonfiando” la sagoma racchiusa.
La forma principale è invece ottenuta sfruttando le informazioni connesse all’ombreggiatura e alla luminosità dei pixel che formano l’immagine digitale (mediante la tecnica shape-from-shading). Grazie alle più recenti metodologie messe a punto dal gruppo di ricerca, è possibile ottenere una ricostruzione 3D ottimale. Infine i dettagli più fini vengono replicati generando una superficie corrispondente al livello di luminosità dell’immagine del dipinto.
I tre contributi così ottenuti sono quindi combinati mediante un’interfaccia grafica attraverso la quale l’utente è libero di regolare l’influenza di ciascuno di essi al fine di perfezionare il risultato, nell’ottica dell’esplorazione da parte del fruitore finale. La rappresentazione d’insieme, cioè, deve rispettare il principio della “sovrapposizione” dei livelli, in base alla quale ciò che sta in secondo piano ha una sporgenza inferiore di ciò che è più vicino all’osservatore. Il modello 3D virtuale del bassorilievo tattile è a questo punto ultimato ed è pronto per essere realizzato mediante stampa 3D.
La realizzazione della formella si colloca nell’ambito del progetto T-VedO (Ricostruzione Tridimensionale per non Vedenti di Opere d’arte pittoriche), il progetto della Regione Toscana che si propone di rendere accessibile la fruizione di un’opera d’arte da parte di persone affette da disturbi alla vista attraverso un sistema in grado di trasformare degli oggetti bidimensionali – come un dipinto – in modelli 3D sia virtuali che fisici.
La formella tattile della “Pala di Santa Lucia de’Magnoli” non è il primo risultato di T-VedO.
Segue infatti la riproduzione di bassorilievi tattili di due grandi opere del Rinascimento fiorentino (“L’Annunciazione” del Beato Angelico, attualmente esposto al Museo San Marco, e la “Guarigione dello Storpio e Resurrezione di Tabita” di Masolino da Panicale), di alcune formelle tattili presso Villa La Quiete e la realizzazione del Rosso Di Montelupo, una delle principali opere nell’ambito del percorso sensoriale previsto dal nuovo allestimento del Museo della Ceramica di Montelupo.
A Monica Carfagni abbiamo chiesto di illustrare i passaggi del procedimento che consentono la ricostruzione tridimensionale di un’opera pittorica come la “Pala di Santa Lucia de’Magnoli”?
Il primo passo consiste nell’acquisizione di un’immagine digitale dell’opera pittorica in alta definizione. L’immagine viene corretta dai possibili errori dovuti alla distorsione ottica e dai difetti di aberrazione cromatica e segmentata nelle varie aree di interesse. In particolare, attraverso alcune operazioni di digital imaging, vengono marcate le parti più rilevanti, per le successive fasi di ricostruzione, come le figure umane, ma anche, ad esempio, le varie parti delle vesti che differiscono fra loro per il colore. Questa fase preliminare, per via della complessità generale del tratto e del colore nel disegno a mano libera, è l’unica completamente manuale.
Poi cosa succede?
Sfruttando le informazioni relative alla prospettiva dell’opera, si realizza la prima versione tridimensionale della scena. Si ricavano le linee di fuga da particolari architettonici e, dalla loro intersezione, viene ricavata la posizione del punto di fuga.
Questa prima ricostruzione permette di collocare i soggetti e oggetti nella scena tramite la definizione dei piani (frontali, laterali etc.) sui quali questi sono collocati. Il modello ricavato costituisce la base per il bassorilievo ed è fondamentale per rendere al tatto l’idea della profondità e della sovrapposizione dei soggetti e oggetti raffigurati: le figure in primo piano risulteranno disposte su un livello più avanzato rispetto alle figure retrostanti. Questo passaggio permette di realizzare un modello 2.5D, detto a sagome piatte, realizzato in modo da ricalcare in vista frontale l’immagine del dipinto.
Dal modello 2.5D come si arriva alla ricostruzione 3D?
In questo stadio si ha una approssimazione di tutte quelle parti della scena non rappresentabili tramite piani, come i volti e le vesti. La geometria di questi elementi necessita perciò di essere sviluppata ulteriormente attraverso tre metodologie complementari. Dopo aver proceduto a un’ulteriore operazione di digital imaging, che permette di ricavare la luminosità dei vari soggetti della scena, viene ricostruito il modello che approssima il volume, utilizzando la tecnica image inflating: una volta fissato il contorno della figura, il volume viene ricavato “gonfiando” la sagoma racchiusa.
La forma principale è invece ottenuta sfruttando le informazioni connesse all’ombreggiatura e alla luminosità dei pixel che formano l’immagine digitale (mediante la tecnica shape-from-shading). Grazie alle più recenti metodologie messe a punto dal gruppo di ricerca, è possibile ottenere una ricostruzione 3D ottimale. Infine i dettagli più fini vengono replicati generando una superficie corrispondente al livello di luminosità dell’immagine del dipinto.
I tre contributi così ottenuti sono quindi combinati mediante un’interfaccia grafica attraverso la quale l’utente è libero di regolare l’influenza di ciascuno di essi al fine di perfezionare il risultato, nell’ottica dell’esplorazione da parte del fruitore finale. La rappresentazione d’insieme, cioè, deve rispettare il principio della “sovrapposizione” dei livelli, in base alla quale ciò che sta in secondo piano ha una sporgenza inferiore di ciò che è più vicino all’osservatore. Il modello 3D virtuale del bassorilievo tattile è a questo punto ultimato ed è pronto per essere realizzato mediante stampa 3D.
Passare da Photoshop a Gimp in maniera indolore
Sono ormai 10 anni che uso GIMP come software di grafica raster per i miei progetti web e dal 2007 ho iniziato ad utilizzarlo anche per i miei corsi di formazione. Nonostante sia ormai diffusamente utilizzato, continuo ad incrociare molti "scettici" che etichettano GIMP come programma di serie B, considerando il più blasonato Photoshop come assolutamente essenziale per il flusso di lavoro in ambito Web design.
Scrivo questo post proprio per invogliare gli "scettici", in modo che possano provare GIMP nella
maniera più indolore possibile; ovvero aggirando quelle differenze che potrebbero inizialmente scoraggiarli. vedremo come GIMP sia facilmente configurabile e adattabile alle nostre abitudini.
Dal menu principale andare a Finestre => Modalità a finestra singola
Inoltre per liberare spazio sul pannello laterale sinistro si possono trascinare le 'Opzioni strumento' nel pannello di destra, in modo da poter ridimensionare il pannello di sinistra fino a giungere a due icone, o una, per colonna.
Per la skin nera troviamo valide alternative al seguente link:
http://migf1.deviantart.com/art/Clearlooks-Flat-Icons-Gimp-2-8-Themes-v-1-0-1-484289796
Le skin sono confezionate in un file zip, bisognerà copiare tutte le cartelle contenute nel file compresso in "themes/".
Si può accedere al comando dal menu principale tramite:
Visualizza => Bordi della superficie magnetici.
Altra opzione attiva di default è la linea tratteggiata gialla e nera che delimita il livello attivo. Per disattivarla basta andare nel menu principale e selezionare:
GIMP => Preferenze => Aspetto
e deselezionare 'Mostra il contorno del livello' sia nella modalità 'normale' sia nella modalità 'schermo intero' e riavviare GIMP.
2. Assicurarsi che il file estratto sia eseguibile.
3. Riavviare GIMP
Questo plugin richiede Python!
Scrivo questo post proprio per invogliare gli "scettici", in modo che possano provare GIMP nella
maniera più indolore possibile; ovvero aggirando quelle differenze che potrebbero inizialmente scoraggiarli. vedremo come GIMP sia facilmente configurabile e adattabile alle nostre abitudini.
Personalizzare lo spazio di lavoro:
Attivare la 'Modalità a finestra singola':
Gli utenti storici di GIMP potranno far a meno di questa opzione essendo stata introdotta in tempi relativamente recenti, ma gli utenti provenienti da Photoshop non ne potranno fare a meno:Dal menu principale andare a Finestre => Modalità a finestra singola
Inoltre per liberare spazio sul pannello laterale sinistro si possono trascinare le 'Opzioni strumento' nel pannello di destra, in modo da poter ridimensionare il pannello di sinistra fino a giungere a due icone, o una, per colonna.
Per la skin nera troviamo valide alternative al seguente link:
http://migf1.deviantart.com/art/Clearlooks-Flat-Icons-Gimp-2-8-Themes-v-1-0-1-484289796
Le skin sono confezionate in un file zip, bisognerà copiare tutte le cartelle contenute nel file compresso in "themes/".
Superficie magnetica
Se questa opzione è abilitata, quando si sposta una selezione o un livello, questi saranno calamitati verso i bordi della superficie disegnabile. Questa opzione, attiva di default in Photoshop, può essere resa tale anche in GIMP in quanto software open source è così liberamente personalizzabile.Si può accedere al comando dal menu principale tramite:
Visualizza => Bordi della superficie magnetici.
Per rendere questa opzione di default anche in GIMP:
- Aprire ~/.gimp-2.8/gimprc con un editor di testo
- A fine codice aggiungere:
(default-snap-to-canvas yes)
(default-snap-to-grid yes) - Salvare e chiudere
Disabilitare Mostra il contorno del livello
![]() |
Mostra il contorno del livello |
GIMP => Preferenze => Aspetto
e deselezionare 'Mostra il contorno del livello' sia nella modalità 'normale' sia nella modalità 'schermo intero' e riavviare GIMP.
Impostare lo strumento Sposta
Di default lo strumento Sposta di GIMP è impostato per lavorare liberamente su un Livello o Guida. Questa opzione, che ricorda quella dei più noti programmi vettoriali come Inkscape e Illustrator, può disorientare l'utente che proviene da Photoshop. Se si desidera impostare lo strumento Sposta per lavorare solo sul Livello attivo:- Andare sul pannello 'Opzioni strumento'
- Scegliere 'Sposta livello attivo'
- Per rendere tale impostazione di default
GIMP => Preferenze => Opzioni strumento => Salva ora le opzioni strumenti
Installare Layer via Copy/Cut
In Photoshop usiamo spesso CTRL + J che può essere utilizzato per duplicare/aggiungere al livello corrente un nuovo livello dalla selezione corrente. Per avere tale opzione anche in GIMP possiamo installare Layer via Copy/Cut: si tratta di un plugin per GIMP 2.8 scritto in Python che serve a copiare e spostare l'area selezionata in un nuovo livello, nella stessa posizione della selezione originale. Si può copiare il contenuto non solo da un livello, ma anche da un gruppo di livello.Download:
http://some-gimp-plugins.com/contents/en/extensions/002/Istruzioni di installazione:
1. Estrarre "layer-via-copy-cut.py" dall'archivio .zip nella cartella dei plugin ".../.gimp-2.x/plug-ins/"2. Assicurarsi che il file estratto sia eseguibile.
3. Riavviare GIMP
Questo plugin richiede Python!
Modificare gli Shortcuts della tastiera:
Possiamo sostituire le scorciatoie da tastiera di GIMP con quelle di Photoshop semplicemente sostituendo un file di configurazione.Per ottenere le scorciatoie da tastiera di Photoshop su GIMP scaricare questo file: ps-menurc e rinominarlo in menurc.
Applicare la modifica in Mac OS X
Nelle versioni più recenti di Mac OS X, di default, non è possibile visualizzare i file nascosti.- Rendiamo la cartella ~/Library visibile:
- Da terminale: chflags nohidden ~ / Library per rendere la cartella Library visibile
- Andare a ~ / Library / Application Support / GIMP / 2.8 / e rinominare il file "menurc" a "menurc-old"
- Rinominare il file ps-menurc scaricato in "menurc" e spostarlo in ~ / Library / Application Support / GIMP / 2.8 /
- Riavviare GIMP in modo che le modifiche abbiano effetto
Quì di seguito un elenco delle principali scorciatoie da tastiera di Photoshop e le relative corrispondenze in GIMP:
File |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
New | Ctrl+n | New |
Open | Ctrl+o | Open |
Close | Ctrl+w | Close |
Save | Ctrl+s | Save |
Save as | Shift+Ctrl+s | Save as |
Revert | F12 | Revert |
Ctrl+p | ||
Exit | Ctrl+q | Quit |
Edit |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Undo/Redo (1 level) | Ctrl+z | Undo (Redo is Shift+Ctrl+z) |
Cut | Ctrl+x | Cut |
Copy | Ctrl+c | Copy |
Paste | Ctrl+v | Paste |
Paste Into | Shift+Ctrl+v | Paste Into |
Fill with FG color | Alt+Backspace | Fill with FG color |
Fill with BG color | Control+Backspace | Fill with BG color |
Image/Colors |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Levels | Ctrl+l | Levels |
Auto Contrast | Shift+Ctrl+Alt+l | Stretch Contrast (same?) |
Curves | Ctrl+m | Curves |
Color Balance | Ctrl+b | Color Balance |
Hue/Saturation | Ctrl+u | Hue-Saturation |
Desaturate | Shift+Ctrl+u | Desaturate |
Invert | Ctrl+i | Invert |
Default Colors | d | Default Colors |
Switch Colors | x | Switch Colors |
Layer |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
New Layer | Shift+Ctrl+n | New Layer |
Layer via Copy | Ctrl+j | Duplicate Layer |
Bring (layer) to Front | Shift+Ctrl+] | Layer to Top |
Send (layer) to Back | Shift+Ctrl+[ | Layer to Bottom |
Bring (layer) Forward | Ctrl+] | Raise Layer |
Send (layer) Backward | Ctrl+[ | Lower Layer |
Select Top Layer | Shift+Alt+] | Select Top Layer |
Select Bottom Layer | Shift+Alt+[ | Select Bottom Layer |
Select One Layer Forward | Alt+] | Select Previous Layer |
Select One Layer Backward | Alt+[ | Select Next Layer |
Merge Down | Ctrl+e | Merge Down |
Merge Visible | Shift+Ctrl+e | Merge Visible |
Preserve Transparency | / | Keep Transparency |
Cycle Modes Forwards | Shift+= | Next Layer Mode |
Cycle Modes Backwards | Shift+- | Previous Layer Mode |
Select |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Select All | Ctrl+a | Select All |
Deselect | Ctrl+d | Select None |
Inverse | Shift+Ctrl+i | Invert |
Feather | Ctrl+Alt+d | Feather |
View |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Zoom In | Ctrl+= | Zoom In |
Zoom Out | Ctrl+- | Zoom Out |
Fit on Screen | Ctrl+0 | Zoom to Fit Window |
Actual Pixels | Ctrl+Alt+0 | Zoom 1:1 |
Show/Hide Extras | Ctrl+h | Toggle Show Selection (close enough?) |
Show/Hide Guides | Ctrl+' | Toggle Show Guides |
Show/Hide Grid | Ctrl+Alt+' | Toggle Show Grid |
Show/Hide Rulers | Ctrl+r | Toggle Show Rulers |
Snap | Ctrl+; | Snap to Guides |
Scroll View Up | Page Up | Scroll Page Up |
Scroll View Down | Page Down | Scroll Page Down |
Scroll View Left | Ctrl+Page Up | Scroll Page Left |
Scroll View Right | Ctrl+Page Down | Scroll Page Right |
Window/Dialogs |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
? | F5 | Tools Dialog |
Color Tab | F6 | Colors Dialog |
Layers Tab | F7 | Layers Dialog |
Info Tab | F8 | Image Information |
Tools |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Rectangular Marquee Tool | m | Rect Select Tool |
Elliptical Marquee Tool | Shift+m | Ellipse Select Tool |
*This is a toggle between 'Elliptical Marquee Tool' and 'Rectangular Marquee Tool' in Photoshop | ||
Move Tool | v | Move Tool |
Lasso Tool | l | Free Select Tool |
Magic Wand Tool | w | Fuzzy Select Tool |
Crop Tool | c | Crop & Resize Tool |
Airbrush Tool | j | Airbrush Tool |
Paintbrush Tool | b | Paintbrush Tool |
Clone Stamp Tool | s | Clone Stamp Tool |
Eraser Tool | e | Eraser Tool |
Gradient Tool | g | Blend Tool |
Paint Bucket Tool | Shift+g | Bucket Fill Tool |
*This is a toggle between 'Paint Bucket Tool' and 'Gradient Tool' in Photoshop | ||
Blur Tool | r | Convolve Tool |
Dodge Tool | o | DodgeBurn Tool |
Type Tool | t | Text Tool |
Pen Tool | p | Bezier Select Tool |
Eye Dropper Tool | i | Color Picker Tool |
Zoom Tool | z | Magnify Tool |
Previous Brush | , | Previous Brush |
Next Brush | . | Next Brush |
First Brush | Shift+< | First Brush |
Last Brush | Shift+> | Last Brush |
Decrease Brush Size | [ | Decrease Brush Size |
Increase Brush Size | ] | Increase Brush Size |
Decrease Brush Hardness | { | Decrease Brush Hardness |
Increase Brush Hardness | } | Increase Brush Hardness |
Help |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Help | F1 | Help |
Context Help | Shift+F1 | Context Help |
Misc. |
PHOTOSHOP | SHORTCUT | GIMP |
Last Filter | Ctrl+f | Repeat Last Filter |
? | Shift+Ctrl+f | Reshow Last Filter |
Preferences | Ctrl+k | Preferences |
Liquify | Shift+Ctrl+x | IWarp (close enough?) |
Toggle Quick Mask | q | Toggle Quick Mask |
Fra inaccessibilità architettoniche, tecnologiche e mentali
Torno a parlare di accessibilità e di disabilità, condivido questa
storia con voi, storia che ha avuto la meritata visibilità nelle
cronache locali prima, nazionali ora.
I protagonisti sono i bambini delle scuole elementari di un piccolo paesino calabrese che decidono di rinunciare alla gita (la tanta attesa festa) per abbracciare Gabriele, un bimbo disabile, che sul pullman non ci può salire - nonostante la preside e le insegnanti lo avessero richiesto espressamente alla società di autoservizi – il pullman, indovinate un po’, non era provvisto della pedana per far salire la carrozzina di Gabriele.
Che dignità questi bambini, quanta speranza e fiducia ci danno le nuove generazioni.
“Se non parte Gabriele non parto neanche io”. “Neanche io….. neanche io……. Neanche io….”.
Immagino proprio l’abbraccio di quella piccola comunità di bambini a Gabriele e alla sua famiglia, che probabilmente di pesci in faccia ne avrà già presi tanti fra inaccessibilità architettoniche, tecnologiche e mentali.
Che grande lezione! Ma non manca l’autorevole commentatore che sfodera i suoi neologismi: benaltrismo, buonismo… che l’autorevole commentatore stia zitto.
http://www.chefuturo.it/2015/05/labuonascuola-di-quei-bimbi-che-hanno-detto-tutti-o-nessuno-e-rinunciato-alla-gita/
I protagonisti sono i bambini delle scuole elementari di un piccolo paesino calabrese che decidono di rinunciare alla gita (la tanta attesa festa) per abbracciare Gabriele, un bimbo disabile, che sul pullman non ci può salire - nonostante la preside e le insegnanti lo avessero richiesto espressamente alla società di autoservizi – il pullman, indovinate un po’, non era provvisto della pedana per far salire la carrozzina di Gabriele.
Che dignità questi bambini, quanta speranza e fiducia ci danno le nuove generazioni.
“Se non parte Gabriele non parto neanche io”. “Neanche io….. neanche io……. Neanche io….”.
Immagino proprio l’abbraccio di quella piccola comunità di bambini a Gabriele e alla sua famiglia, che probabilmente di pesci in faccia ne avrà già presi tanti fra inaccessibilità architettoniche, tecnologiche e mentali.
Che grande lezione! Ma non manca l’autorevole commentatore che sfodera i suoi neologismi: benaltrismo, buonismo… che l’autorevole commentatore stia zitto.
http://www.chefuturo.it/2015/05/labuonascuola-di-quei-bimbi-che-hanno-detto-tutti-o-nessuno-e-rinunciato-alla-gita/
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